TEORIA AUDIOTATTILE
La teoria audiotattile offre un nuovo modo di insegnare e comprendere musiche come il jazz, rock, pop ma anche la classica, ponendo al centro l’esperienza diretta dell’ascolto e del fare musicale.
Si basa sui processi dell’autografia musicale realizzata sull’improvvisazione e su un apprendimento che integra ascolto (audio) e percezione corporea (tattile).
Valorizza la performance e l’interpretazione creativa, utilizzando il disco e la registrazione come testo di riferimento sviluppando una consapevolezza critica e funzionale della notazione e della teoria musicale classica.
Un paradigma che supera le differenze e le subalternità tra generi e offre nuove prospettive pedagogiche a tutte le musiche e ai docenti impegnati dalla educazione di base alla formazione professionale.
La teoria audiotattile ha il pregio di sintetizzare contributi provenienti da più discipline — pedagogia, filosofia della mente, antropologia, neuroscienze — offrendo una cornice teorica solida e interdisciplinare per la didattica musicale del nuovo millennio.
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La musica si apprende per imitazione, “ad orecchio”, per replica consapevole per poi giungere agli aspetti teorici più astratti e quindi alla lettura della partitura che diventa una competenza condivisa e consapevole. In termini tecnici questi processi rientrano nella cosiddetta mimesi attraverso codici sub simbolici. Un processo inverso a quello del paradigma classico europeo ma che funziona benissimo anche per quella musica.
Da qui la validità universale del paradigma audiotattile.
Gli aspetti virtuosi di questo paradigma sono molteplici: educano alla creatività e alla autografia musicale, sviluppano la continuous pulse consentendo di manipolare il tempo senza mai perderlo, incentivano il dialogo musicale e l’ascolto, integrano le competenze teoriche astratte con un nuovo rapporto dialettico e attivo con il disco e il fonogramma inteso come testo di riferimento.
Per questo il paradigma audiotattile è inclusivo di tutte le cognitività e soprattutto di tutte le qualità degli individui solitamente esclusi dall’apprendimento musicale per problemi di apprendimento o disabilità.
Oggi si realizza un momento importante di riconoscimento di una intera comunità in un paradigma culturale, scientifico e pedagogico.
Un riconoscimento che si concretizza, come vedremo, anche in atto istituzionale di una vera e propria figura professionale, quella del formatore delle musiche audiotattili che genera occupazione, benessere e effetti economico/produttivi per i suoi lavoratori.